ANOTHER EARTH: la recensione

Nella notte in cui è stato annunciato Terra Due, un pianeta “specchio” del nostro, una studentessa di astronomia diciasettenne è causa di un brutale incidente. Scontati due anni di prigione, Rhoda si mette alla ricerca di John, l’uomo sopravvissuto all’incidente e al quale lei ha portato via moglie e figlio. Intanto Terra Due è sempre più vicino e le comunicazioni con esso rivelano sia abitato anche da copie di noi stessi, possibilmente identici in aspetto e nelle scelte effettuate nella vita, forse migliori o forse no. Rhoda decide così di partecipare a un concorso che mette in palio un viaggio per Terra Due, ma sembra più essere una fuga dalla sua terra.

La regia sceglie di enfatizzare le emozioni attraverso i simboli, il ponte di legno vicino al luogo dell’incidente, lo stesso Terra Due più volte ripreso giganteggiante davanti alla minuscola figura di Rhoda, impotente davanti ad un passato che è stato e si propone come unica scelta per il futuro.

La pellicola dell’esordiente Mike Cahill già faceva intuire potesse essere un’opera indipendente di spessore e infatti non delude le attese, arriva al succo della narrazione dopo pochi minuti, mostrando un cinema adulto che con pochi trucchetti intravede un’intero mondo narrativo come nei migliori film di fantascienza in cui però decide di lasciare in background la componente fantascientifica e mettere sotto i riflettori la tragedia e il dramma del reale, caratterizzatti dalla bravissima Brit Marling tallonata con la macchina a mano dal regista compagno di studi alla Georgetown University e con la quale ha scritto la sceneggiatura del film. Sono tanti gli elementi nella storia che lo rendono un film adulto, quasi filosofico e mai scontato, come il motivo (IL RISCATTO) che spinge Rhoda a fare i conti con se stessa e ad andare dall’uomo sopravvissuto all’incidente, quando ancora vestita da operatrice ecologica va verso la cassa di un supermercato con solo un pacco di caramelle e in quel momento incontra un vecchio amico del liceo tutto ben vestito, con una bella fidanzata e un futuro roseo che gli fanno tornare in mente i propri fantasmi e li scatta la prima molla. Rhoda tra l’altro è un bel personaggio, pieno di conflitti interiori ma mossa da un animo nobile, motivo per cui la ragazza va dall’uomo a cui ha strappato via la famiglia invece di fare la cosa più semplice, cioè allontanarsi il più possibile. Questo incontro sarà anche il motore della storia che porta con se il dubbio che attanaglia fino alla fine: quando gli dirà di essere lei la responsabile dell’incidente e quindi di avergli distrutto la vita? Quando si pulirà la coscienza e si libererà del suo più grande fardello?

Il film tira in ballo anche l’allegoria della caverna di Platone, paragonando la Terra alla caverna e il vero mondo esterno a Terra Due, ricordando che l’uomo che ebbe il coraggio di uscire per scoprire cosa ci fosse nell’ignoto è tornato estasiato dicendo ai suoi compagni di doverlo seguire, ma loro, increduli, lo hanno ucciso. Così anche il possibile viaggio su Terra Due potrebbe essere fatale ed estremo, ma Rhoda lo preferirebbe piuttosto che all’eterno purgatorio dannato riservatogli sulla sua Terra. Anche il finale ha un suo risvolto filosofico riguardo le varianti del futuro, un finale di valore, non scontato, alternativamente buonista che rispecchia quanto fatto di buono dal primo minuto e come Terra Due è lo specchio delle seconde occasioni e del riscatto.

Lorenzo Scappini.

Frase: “Se potessi incontrare un’altro te, cosa gli diresti?”
Scena-Clou: Il primo incontro tra Rhoda e John.
Voto: 8

TrailerUna splendida clip tratta dal filmSito Ufficiale