Quando Fellini ci mette lo zampino: da Snaporaz a Toby Dammit

Una serata di inverno come tante, incontro al bar Carlo e mi dice che ha deciso di gestire il cinema Saporaz di Cattolica con una sua associazione chiamata Toby Dammit e subito mi sono chiesto cosa significasse questo nome a me familiare. La risposta fu che visto che Snaporaz era un riferimento felliniano, la cosa più ovvia era rimanere sull’onda, ma come poter associare Fellini con il cinema che accomuna Carlo al resto di soci? Così la proposta di Raf di chiamarsi Toby Dammit. Ora che anche io sono di fatto un “Dammit” mi sono finalmente deciso a documentarmi un po’ tra wikipedia e video di youtube.

SNAPORAZ – la parola Snaporaz è utilizzata dal Maestro nel film del 1980 LA CITTA’ DELLE DONNE, film che all’epoca suscitò grandi polemiche e critiche. Il film parla di un uomo maturo ed incauto, chiamato appunto Snaporaz, che durante un viaggio in treno, conosce una misteriosa signora e decide di seguirla, scendendo in un’irreale stazione in mezzo alla campagna.
Seguendo la sconosciuta, Snaporaz si ritrova in un albergo, nel bel mezzo di un tumultuoso congresso di femministe che parlano per slogan e formule preconfezionate, che, tuttavia, il protagonista non riesce a comprendere.
L’atteggiamento ostile delle femministe, consiglia Snaporaz ad una fuga precipitosa che lo porta nel castello di Katzone, un maturo santone dell’eros che sopravvive nell’adorazione di una femminilità ormai desueta, custodendo gelosamente e metodicamente un’ordinata collezione di testimonianza delle sua conquiste, nella vana attesa di un ritorno agli antichi splendori.
Il racconto porta in un’aula di tribunale, dove uno Snaporaz ancora inconscio della propria colpa viene condannato dalle femministe che lo portano in un’arena, ove assistere al suo pubblico linciaggio. Si risveglia sul treno, davanti alla moglie Elena come un adulto “alice nel paese delle meraviglie”, sembra tutto un sogno ma gli occhiali sono rotti come nei sui sogni.

Poi l’esclamazione “Vecchio Snaporaz” compare anche in un altro film di Fellini, “8 e 1/2” dallo stesso Mastrianni davanti allo specchio.
E si dice che il nome sia il soprannome che Fellini dava a Mstroianni fuori dal set.

TOBY DAMMIT- Per quanto riguarda invece il nome che abbiamo dato alla associazione lo abbiamo preso da un film del maestro del 1968, il film in questione si intitola “Tre passi nel delirio”, un film collettivo diviso in tre episodi ispirato ai racconti di Edgar Alan Poe.
Il primo episodio è METZENGERSTEIN diretto da Roger Vadim con Jane e Peter Fonda tratto dall’ononimo racconto di Poe, tratta di una donna che provoc la morte del cugino che ha osato respingerla, ma la sorte la ripagherà delle sue azioni.
Il secondo episodio è WILLIAM WILSON diretto da Luis Malle con Alain Delon e Brigitte Bardot, parla di un ufficiale austriaco sadico che si deve confrontare con un sosia che si presenta ogni qualvolta compie una cattiva azione. L’ultimo episodio è pe l’appunto TOBY DAMMIT diretto da Federico Fellini con Terence Stamp. Il cortometraggio persenta le tipiche caratteristiche felliniane, con il suo stile surreale ci racconta di un attore alcolizzato che accetta di girare un film in Italia solo per la Ferreri promessagli dalla produzione, ma ossessionato da un richiamo inconscio, finirà per trovare la morte in una folle corsa.

Ora quì potete ammirare il corto di Fellini:

Parte I

parte II

parte III

parte IV

parte V